MICHELA ECCLI

SCARAVENTATA SULLA TERRA DA UN ALTRO PIANETA,
HA UN SUPERPOTERE CHE E' ANCHE UN FARDELLO
UN GRANDE RADAR CHE ASSORBE SU DI SE', SENZA FILTRI,
IL SENTIRE DEGLI ALTRI.
LA GIGANTE HA UNA MISSIONE DA COMPIERE...

Statement

Ho una grandissima empatia verso il disagio degli altri, sviluppata in seguito agli eventi traumatici che hanno percorso la mia infanzia. Una rara malattia mi ha deformato il viso e al dolore e alla solitudine ho contrapposto la capacità di fantasticare, inventando storie dove gli oggetti si animano di vita propria. Ancora oggi, continuo ad attingere a questo processo con la fotografia, ricercando la meraviglia, prendendo la realtà e re-inventandola come fuga dal mondo reale.
In adolescenza ero additata come un mostro perché fuori dai canoni e la mia diversità era accentuata dalla dislessia. Questi aspetti hanno indirizzato la mia ricerca artistica verso il concetto di diversità come valore per chi si sente escluso. Per questo motivo mi sono orientata verso il mondo dei bambini, periodo in cui si forma l’identità, dedicandomi all’illustrazione per l’infanzia e alla narrazione di storie. Di conseguenza contrasto l’omologazione e nel mio processo artistico invento personaggi bizzarri, utilizzo il disegno ricercando la gestualità e la spontaneità del segno infantile, più libero; cerco “l’errore”, esco dai bordi e altero le proporzioni tra gli oggetti; uso lo scarabocchio per la sua freschezza e autenticità.


Fare arte è auto terapia per me stessa ma si propone di esserlo anche per gli altri cercando tutto ciò che trasmette vitalità soprattutto attraverso colori vivaci, a volte fluorescenti, come fossero flebo di energia luminosa. Comunico mescolando linguaggi e tecniche artistiche differenti, muovendomi tra opere cartacee e digitali. L’attrazione per il segno espressivo e la curiosità per l’uso di vari strumenti mi hanno condotta ad intraprendere lo studio della calligrafia portandomi a sviluppare una sorta di scrittura astratta che crea tessiture di segni con i quali arricchisco i miei soggetti.
La diversità quindi, da fonte di turbamento è divenuta occasione di vitalità, mi piace rappresentarla con poesia e ironia suscitando nello spettatore la leggerezza di un sorriso e il bagliore di un pensiero.